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Presentazione Brani d'obbligo 2025

È il momento di presentare nel dettaglio i cinque brani d’obbligo, divisi per ciascuna categoria di appartenenza.

 

CATEGORIA DI ECCELLENZA

Torstein Aagard-Nilsen - SEID 

 

Il brano Seid di Torstein Aagaard-Nilsen, composto nel 1996 per Brass Band e trascritto per organico bandistico nel 2018, è un'opera che esplora temi di trasformazione e mistero, prendendo ispirazione dalle tradizioni culturali e mitologiche della Norvegia. Il titolo stesso, Seid, rimanda alla pratica sciamanica norrena, un tipo di magia rituale che era usato per comunicare con gli spiriti e per predire il futuro, profondamente legato all'idea di cambiamento, di alterazione della realtà e del contatto con il divino. In Seid, Aagaard-Nilsen crea una tessitura sonora che evoca l'incertezza e la fluidità, caratteristiche del mondo sciamanico e delle sue pratiche rituali. La partitura è caratterizzata da un uso innovativo degli strumenti, che alternano percussioni tribali, suoni acuti, tremoli e passaggi glissanti, immergendo l'ascoltatore in un'atmosfera eterea e ambigua. La sonorità che ne emerge è al contempo viscerale e sfuggente, come se la banda fosse coinvolta in un processo di metamorfosi costante, in cui il confine tra il tangibile e l'intangibile, tra il reale e l'irreale, è perennemente sfumato. L'intera composizione si sviluppa come un racconto sonoro, dove il passato e il futuro si intrecciano, e dove ogni nota sembra carica di un simbolismo profondo, evocando immagini di riti antichi, viaggi nell'ignoto e aperture verso dimensioni parallele. Non è una musica che fornisce risposte facili, ma piuttosto una musica che stimola l'introspezione e la riflessione su ciò che ci è sconosciuto e su ciò che può essere rivelato solo attraverso l'esperienza e il mistero. L'approccio di Aagaard-Nilsen, pur fortemente radicato nella tradizione nordica, riflette anche un linguaggio musicale contemporaneo, in cui l'esplorazione timbrica e la sperimentazione formale sono alla base di una ricerca sonora senza paura di spingersi oltre i confini del convenzionale. Seid è dunque un'opera che affascina e coinvolge, offrendo un'esperienza sonora unica che immerge l'ascoltatore in un mondo di intensi contrasti emotivi e sonori, dove l'antico e il moderno si fondono in un gioco di ombre e luci, di presenze e assenze. .

 

CATEGORIA SUPERIORE

Thomas Doss - VAN GOGH

 

Figura storica di per sé complessa, caratterizzata da sofferenza, genio e alienazione, Vincent Van Gogh è il protagonista dell’omonima composizione di Thomas Doss. Il viaggio musicale descritto non parla della vita del pittore olandese, ma cerca di far immergere l’ascoltatore nella tavolozza di colori che ha segnato e accompagnato la sua esistenza. Un mondo su tela in cui colori si fondono come accordi, armonizzandosi o entrando in dissonanza. In ogni quadro, ogni ritratto, ogni paesaggio, c'è una melodia segreta che vibra attraverso il colore, una melodia che si sente più nel cuore che negli occhi, una composizione che risuona dentro l'anima. L’inizio dell’opera di Doss prende il nome di “pennelli e colori”, una pagina psicotica che presenta in sottofondo il risveglio del potere creativo di Van Gogh, espresso a pieno nella sezione successiva “nasce un quadro”. Si sfocia in “Parigi-Arles”. Si tratta di un valzer diabolico, straniante, cosı̀ come fu il suo periodo parigino: nuove amicizie, contatti lavorativi, speranze di affermazione, ma anche allucinazioni e crisi depressive dovute all’alcolismo. Dalla notte del periodo parigino viene concepita una della “notti” più famose della storia della pittura: “notte stellata”. Il genio tormentato crea la calma, la magia di un cielo stellato, immobile, immutabile. Questo periodo di grande fervore creativo si tramuta ben presto in tragedia (“morte e amore fraterno”): Van Gogh si ferisce con un’arma da fuoco in circostanze misteriose e mai rivelate neanche all’amato fratello sul letto di morte. Chiude la composizione “il mercato dell’arte”. Nel trambusto generale i suoi quadri sono lı̀, in attesa di una vendita che in vita non arriverà̀ mai. La musica è sempre più̀ nervosa, e gli strappi finali sono suggelli definitivi che sanno di insuccesso, di non avercela fatta. Non ancora.

 

PRIMA CATEGORIA

Daniele Carnevali - CINECITTA'  

 

Cinecittà di Daniele Carnevali è un’opera che, attraverso la fusione di evocazioni sonore e visive, celebra il cuore pulsante della cultura italiana, quella stessa Italia che ha affascinato e conquistato il mondo intero con la sua inimitabile bellezza e la sua raffinatezza artistica. Non si limita a essere una mera rappresentazione del celebre studio cinematografico che ha ospitato capolavori immortali. Essa diviene, piuttosto, un’archeologia sonora della nostra tradizione, una riflessione profonda e melodiosa sull'identità nazionale, sull'italianità che permea ogni fotogramma, ogni nota, ogni battito di cuore della storia del Belpaese. Con un linguaggio musicale che affonda le radici nel Novecento, Carnevali attinge a un repertorio di citazioni e rimandi che affiorano dalla memoria collettiva, in particolare dalla straordinaria eredità verdiana. La sua penna si fa ardita nel trasporre nel suono quella stessa grandezza che Giuseppe Verdi ha conferito alla musica operistica, eppure con la freschezza e la modernità di una visione che s’ispira all'estetica della settima arte, talvolta con il respiro immaginifico che caratterizza la poetica di Nino Rota. Le sonorità di Carnevali risuonano come un ponte che collega la tradizione operistica alla contemporaneità, in un dialogo senza tempo. L’ascoltatore, immerso in queste atmosfere, si sente avvolto dall’eleganza decontestualizzata dei grandi temi verdiani, che qui vengono reinterpretati con la luce di un linguaggio novecentesco. Le citazioni, che si fanno quasi omaggi, emergono tra le trame orchestrali come bagliori di una memoria che non svanisce mai, come ombre lunghe di una storia che si rinnova attraverso l'arte. Siamo di fronte a una composizione che non è soltanto un omaggio, ma una vera e propria reinvenzione della memoria, un’affermazione vibrante e contemporanea di ciò che significa essere italiani, di come l’Italia stessa si sia scritta nei linguaggi del cinema e della musica, e di come oggi, più che mai, essa continui a vivere, a fluire, ad essere protagonista di una narrazione che non conosce fine.

 

SECONDA CATEGORIA

Oliver Waespi - CALEDONIA 

 

Le terre selvagge e misteriose della Scozia, con i loro paesaggi spettacolari, le antiche leggende e una tradizione musicale ricca di suggestioni, hanno profondamente ispirato Oliver Waespi nella composizione di Caledonia. Il titolo stesso, che è l'antico nome latino della Scozia, evoca una sensazione di inaccessibilità e una connessione profonda con la natura. Il brano esplora una ricca tavolozza timbrica, alternando momenti di grande intensità emotiva a passaggi di quiete contemplativa. Waespi utilizza con sapienza l'orchestra di fiati per creare paesaggi sonori che sembrano riflettere il contrasto tra la maestosa bellezza e l'asprezza del paesaggio scozzese. La composizione, caratterizzata da un linguaggio musicale che affonda nella tradizione dell’elaborazione di temi popolari, restituisce momenti straordinari di lirismo e serenità contrapposti a esplosioni di energia e drammaticità, riflettendo il carattere variegato e incostante della natura e della storia scozzese.

 

TERZA CATEGORIA

Massimo Sgargi - FAIR PLAY 

 

Fair Play di Massimo Sgargi è una fantasia musicale che trae spunto da una melodia popolare bolognese: La fira ed San Lazer. Pur mantenendo il legame con l’ispirazione popolare, il brano si distingue per la sua capacità di rielaborare e rinnovare il materiale musicale, trasformandolo in una riflessione sonora ricca di sorprese e inventiva. Sgargi gioca con la melodia originale, trattandola con grande libertà e trasformandola in un’affascinante esplorazione ritmica e armonica, dove polimetrie e poliritmie esaltano la vivacità della composizione nei tempi Allegro, contrapposte alle atmosfere intense e intime della sezione Adagio. Ne risulta così una composizione dinamica, in cui l’approccio all’elaborazione della musica popolare esalta le possibilità tecniche ed espressive di un’orchestra di fiati. Una composizione decisamente impegnativa per una terza categoria, ma che saprà donare grande soddisfazione e gratificazione agli interpreti.

 

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